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IL COMUNE DI BOLOGNA DICHIARA ALLA RAI IL PROPRIO INTERESSE NELL’ORGANIZZARE L’EUROVISION 2022 INSIEME A FREE EVENT

IL COMUNE DI BOLOGNA DICHIARA ALLA RAI IL PROPRIO INTERESSE NELL’ORGANIZZARE L’EUROVISION 2022 INSIEME A FREE EVENT

In campo una squadra guidata da FREE EVENT, azienda che opera nel settore dell’organizzazione eventi a livello internazionale e che in oltre 14 anni di attività ha collaborato con numerose eccellenze italiane e aziende leader del territorio; in questa occasione alla guida di un team altamente qualificato che comprende creativi, registi, designer e autori con lunga esperienza in tutto il mondo.

 

La città di Bologna si candida a ospitare l’Eurovision Song Contest 2022 che, dopo la vittoria dei Måneskin nell’edizione 2021, è destinato a svolgersi in Italia. Il Sindaco Virginio Merola ha firmato la manifestazione di interesse che è stata inviata lunedì 12 luglio 2021, alla Rai Radiotelevisione Italiana.

Subito dopo la vittoria dell’Italia, il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna hanno costituito un gruppo di lavoro che ha iniziato a lavorare al dossier di candidatura. Del gruppo di lavoro fanno parte APT Servizi e Bologna Welcome insieme a FREE EVENT Entertainment & Production, realtà che opera nel settore dell’organizzazione eventi a livello internazionale e che per questa occasione mette in campo un team altamente qualificato con anni di esperienza in tutto il mondo.

 

Andrea Camporesi, Fondatore e CEO di FREE EVENT, dichiara in proposito:

«Ho voluto mettere in campo una squadra d’eccezione, professionisti del mondo dello spettacolo e di grandi eventi di consolidata esperienza come John Dennis Mc Cullagh, consulente di produzione, Christian Biondani, regista di spettacoli televisivi, Eddy Anselmi, giornalista, dal 2012 Assistant Head of Delegation per l’Italia all’ESC, Emiliano Bitti, direttore tecnico specializzato in grandi eventi, e lo studio Giò Forma, che opera a livello internazionale nel campo della scenografia e del design di produzione. La Regione sta indicando al paese ottime pratiche di governo che le hanno garantito di essere la locomotiva dell’Italia in termini di crescita, dimostrando che in questo paese quando ci impegna tutto funziona, eccome se funziona. Ecco perché con questa candidatura non pensiamo solo al presente, ma cerchiamo di dare contorni precisi al futuro che vogliamo: in un’ottica di progettualità, ospitare l’Eurovision per la città di Bologna significherebbe creare un punto di riferimento e di ripartenza verso altri grandi eventi, in un territorio che ha le infrastrutture per progetti di respiro internazionale e che da sempre è sinonimo di cultura, arte e accoglienza.

Quest’anno poi ho un altro grande sogno: rendere omaggio, di fronte a una platea così ampia, alla grandissima Raffaella Carrà, l’artista emiliano-romagnola nello stesso tempo più italiana e più internazionale, che proprio come l’Eurovision Song Contest fin dagli anni ‘60 ha compreso la potenza di uno show interdisciplinare, fatto di musica, parole, danza, luci, colori».

 

Per ospitare un evento come Eurovision Song Contest una delle caratteristiche fondamentali è avere una venue che soddisfi i requisiti di capienza, di apparato tecnico e tecnologico richiesti per un progetto così  importante. FREE EVENT con il suo team ha individuato su Bologna non una sola possibilità, anzi due: l’Unipol Arena e il Centro Fieristico, entrambi strategici per la loro versatilità. L’Unipol Arena terminerà i lavori di ristrutturazione esterna nel dicembre 2021.


«Bologna, riconosciuta città creativa della musica dall’Unesco – afferma il sindaco Virginio Merola – ha l’ambizione e le caratteristiche per ospitare la prossima edizione dell’Eurovision Song Contest 2022. E ha una marcia in più: la capacità di fare squadra insieme per portare a casa un risultato così importante. Abbiamo già iniziato a lavorare dal giorno successivo alla vittoria dei Måneskin e siamo pronti per fornire alla Rai tutte le informazioni necessarie. Bologna è una città che dall’Italia ha salde radici in Europa e che ha con la musica, da quella classica a quella pop e rock, un rapporto profondo e di grande creatività. Sarebbe per noi un onore ospitare una manifestazione così importante e sono sicuro che i bolognesi la accoglierebbero con la partecipazione che li distingue nel mondo».

 

 

La vittoria italiana a Rotterdam significa il ritorno in Italia della più seguita manifestazione televisiva non sportiva del mondo, garanzia per una visibilità internazionale di quasi 200 milioni di telespettatori e di un indotto sul territorio di oltre trentamila fan per un’intera settimana. Per un evento di tale portata i costi da affrontare sono importanti ma il ritorno per la comunità è altissimo, visto che coinvolge le attrattive turistiche non solo della città che lo ospita, ma anche dell’intera regione e dell’intero Paese.

 

È ora di correre e il primo appuntamento del 2022 per iniziare la corsa può partire da Bologna, città dell’Eurovision Song Contest, per Bologna e l’Emilia Romagna solo uno dei primi progetti sostenibili e ripetibili, virtuosi anche dal punto di vista economico che può veder coinvolte le eccellenze del territorio, dal biomedicale alla meccanica, dal food all’hotelllerie.

 

Bologna vuole riconfermarsi una comunità accogliente ed inclusiva, e lo spirito dell’Eurovision Song Contest si sposa con i valori e i principi che informano la sua comunità. Bologna, con il suo Liber Paradisus, fu nel 1259 tra le prime città europee a riscattare la libertà dei servi della gleba. Nel 1982 è stata la prima città italiana a offrire uno spazio pubblico in concessione alla comunità LGBT.

 

Il modello di business che Bologna e l’Emilia-Romagna hanno in mente per Eurovision Song Contest 2022 è quello in cui il servizio pubblico televisivo non si impegna ad organizzare un grande evento in prima persona, ma coordina e supervisiona insieme agli enti locali tutte le parti a corollario (Centro stampa, Delegation bubble, Euroclub, Eurolounge, cerimonie di apertura e sorteggio delle semifinali, Eurovision village eccetera) potendosi concentrare sul suo core business, la produzione di una serie di show televisivi, il principale dei quali è Eurovision Song Contest ma a contorno del quale Rai manterrebbe risorse e spazi on air per spettacoli e produzioni accessorie destinate al suo target principale: il pubblico italiano. 

 

Bologna e l’Emilia-Romagna si propongono quindi di fare da capofila di un modello rinnovato di collaborazione tra servizio pubblico, realtà private ed enti locali che, attraverso la sostenibilità, crei un sentiment di fiducia verso il nostro intero sistema-Paese, con l’ambizione non di organizzare l’unico Eurovision italiano per i prossimi trent’anni ma di inaugurare una tradizione di vittorie e conseguenti edizioni ospitate dall’Italia, opportunità e know how che ricadranno in un prossimo futuro anche su altre realtà cittadine e  territoriali. 

 

 

Bologna e il suo territorio

 

L’Emilia Romagna negli ultimi anni ha ospitato grandissimi concerti rock come Modena Park e festival come l’Heineken Jammin Festival e diverse edizioni dell’MTV DAY.

La città di Bologna – sede della prima università europera, sorta nel 1088 – e la regione Emilia-Romagna vantano un patrimonio inestimabile dal punto di vista culturale e musicale: ricordiamo un professore e scrittore come Umberto Eco, tradotto in tutte le lingue, e nella musica primati in tutti i generi: dalla nascita della radio con Guglielmo Marconi alla musica classica  da Giuseppe Verdi al Maestro Muti, dalla lirica con il Maestro Pavarotti, al pop di Laura Pausini vincitrice dell’ultimo Golden Globe fino a Benny Benassi, dj emiliano nella line-up del Coachella, rassegna tra le più del panorama mondiale e vincitore di Grammy Award. Nella storia dell’Eurovision troviamo più di un bolognese tra cui, nel 1970, Gianni Morandi con Occhi di ragazza, scritta dal concittadino Lucio Dalla. Bologna è anche la sede dell’appuntamento annuale con lo Zecchino d’Oro, la tradizionale rassegna internazionale di canzoni per l’infanzia.

 

La prima e unica visita in Italia del Presidente del Consiglio Mario Draghi è stata finora in Emilia-Romagna: qui sta arrivando il centro meteo europeo con 1.500 ricercatori: con l’acquisto di super computer di calcolo tra i primi dieci al mondo, la regione diventerà la “data valley italiana” consentendo al Paese di competere finalmente con Cina e Stati Uniti.

 

Nell’ultimo anno l’Emilia-Romagna ha avuto più eventi internazionali di ogni altra regione italiana tra Formula 1, Moto GP, Superbike e i campionati mondiali di ciclismo. In regione si sta lavorando sempre di più per le infrastrutture, già molto positive, per collegarsi sempre di più con l’Europa. La motor valley con Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati è vicinissima al centro di Bologna.

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SENNA 30 YEARS
10 mesi il y a
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